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martedì 9 giugno 2015

Colpa delle stelle - John Green

L'autore
John Green nasce nel 1977 a Indianapolis, ma a tre settimana dalla nascita la famiglia si trasferisce, cosi cresce in Florida e in Alabama per poi tornare nuovamente a Indianapolis.
Dopo aver lasciato l'università, Green passa cinque mesi lavorando come cappellano in un ospedale infantile per poi iscriversi alla University of Chicago Divinity School, che però non frequenterà. La sua esperienza lavorativa con bambini affetti da malattie mortali lo ispirerà in seguito a scrivere Colpa delle stelle, caso editoriale senza precedenti capace di scalare le classifiche prima ancora di essere stato effettivamente pubblicato.
Dal libro pubblicato nel 2012 è stato fatto un film nel giugno 2014
Green vive per svariati anni a Chicago, mentre scrive Cercando Alaska, il suo primo romanzo, che vincerà numerosi premi come ad esempio quello come miglior libro per Young Adults.
Si trasferisce poi a New York, dove vive per due anni mentre la moglie frequenta una scuola di specializzazione.
E' l'autore di altri due romanzi, oltre a quelli citati, Teorema Catherine e Città di carta

Scheda Libro

Titolo: Colpa delle stelle
Autore: John Green (Traduttore: G. Grilli)
Serie: //
Edito da: Rizzoli (Collana: Narrativa Ragazzi)
Data: 10 ottobre 2012 / 11 giugno 2014 ristampa
Prezzo: 16,00 € 

Genere: Romanzo Contemporaneo, Narrativa Straniera, Young Adult
Pagine: 360
Voto: ***** 



Trama
Hazel Grace Lancaster ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che le hanno diagnosticato è ora in regressione.  A 13 anni, infatti, le viene diagnosticato un cancro a tiroide che poi metastatizza nei polmoni. 
Nonostante la remissione del tumore, quest’ultimo ha lasciato gravi danni ai suoi polmoni, Hazel è obbligata, infatti, a girare con una bombola d'ossigeno che va cambiata ogni 6 ore, senza la quale purtroppo la ragazza non riesce a respirare. Inoltre, durante la notte deve dormire attaccata ad una macchina che le regola il respire, Hazel l’ha  soprannominata amorevolmente Philip e la paragona ad un dragone.
Hazel però ha imparato a “scendere a patti” con la sua malattia, nonostante non si sia mai arresa è consapevole di quello che l’aspetta. Purtoppo la sua rimane una vita “non normale” e  mentre lei rimbalza tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo corre veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee.
A causa del cancro, e dalla paura che entri in depressione, i genitori la costringono a frequentare un gruppo di supporto, cha lei considera inutile e un modo per deprimersi ancora di più. Infatti, ad ogni incontro nel “cuore letterale di Dio” si riceve sempre la notizia che un membro del gruppo ha finito di combattere la sua battaglia, e questo le fa pensare che prima o poi questa sarà la stessa fine per tutti.
Proprio a questi incontri, un giorno il destino le fa incontrare Augustus, soprannominato "Gus", affascinante compagno di sventure. Augustus è un ex giocatore di basket che ha dovuto combattere contro  un tumore alle ossa ritenuto tuttavia sconfitto. Purtroppo  a causa di questo tumore oggi ha una protesi al posto della gamba.  
Durante questo primo incontro di sostegno, si scopre che il ragazzo è li per sostenere Isaac. Quest’ultimo è un partecipante agli incontri, che a causa di una malattia all'occhio, ha subito un’operazione e adesso ha una protesi di vetro. Durante il romanzo si scope che Isaac dovrà essere operato all’altro occhi e quindi a breve diventerà completamente cieco. 
Hazel e Gus inizano a frequentarsi e a passare lunghe ore insieme. Gus, da subito, travolge Hazel con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, e che insieme possono riacciuffarlo. 
Da quando aveva scoperto di avere un tumore, Hazel non aveva più avuto amici in grado di capirla veramente, si era rifugiata spesso nella lettura del suo libro preferito scritto da Peter Van Housten.
E’ proprio questo libro che finirà per avvicinare sempre di più I due ragazzi, soprattutto la mancanza di un vero e proprio finale e di tutte quelle domande che rimangono in sospeso e che non permettono ad Hazel e poi a Gus di “vivere tranquilli”. Il più grande desiderio di hazel sarebe quello di riuscire ad avere risposte alle sue domande circa il future dei personaggi del libro.
Per Aiutare Hazel con il suo più grande desiderio Gus contatta lo scrittore, che dopo il successo del libro ha deciso di trasferirsi ad Amsterdam e chiudere tutti i contatti con il resti del mondo.
Durante una mail il famoso scrittore dice di non poterle rivelare niente sui personaggi perchè questo potrebbe essere considerate come un seguito al libro ma che se mai fosse capitata ad Amterdam avrebbe risposto alle sue domande.
Ogni bambino malato di cancro, infatti, ha diritto ad esprimere un ultimo desiderio, e quell desiderio verrà esaudito dai “geni” dell’organizzazione Make a wish, non importa quanto sarebbe costato.
Purtroppo Hazel anni prima, credendo di non aver nessuna possibilità di guarire, aveva già espresso il suo desiderio. Gus decide cosi di dividere con hazel il suo “ultimo desiderio”per poter andare entrambi ad Amsterdam e parlare con Van Housten.
Nonostante una ricaduta di Hazel, e I dubbi dei medici, Gus, Hazel e la madre di questa riescono a partire per Ansterdam.
Purtroppo, l’incontro si rivela una vera perdita di tempo e una delusion. Van Housten, uomo scontroso e alcolizzato, non solo si rifiuta di rispondere alle domande dei due ragazzi ma li attacca in modo molto duro dicendo di non vuole compatirla, dando risposta alle due infantile richieste di bambina malata, cosi come lei è abituata visto il cancro. “Siete un effetto collaterale di un processo evolutivo che si cura bem poco delle vite degli individui. Siete un esperimento fallito nella mutazione”.
Naturamente questo lascia sbigottiti e arrabiati I ragazzi I due ragazzi decisero comunque di godersi quel meravigliso fine settimana ad Amsterdam.
Nel corso della storia entrambi i protagnosti si sono accorti di provare qualcosa l’uno per l’altro, Ma Hazel si ostina a mantenere il tutto sul piano dell’amicizia per paura di far soffrire una persona in più uando lei non ci sarà più.
E’ durante la visita alla casa di Anne Franck che si baciarono e cominciarono ad avere una vera e propria relazione.
Ad Amsterdam Augustus rivela a Hazel di essere nel corso di una grave ricaduta, diagnosticata da una recente PET, che aveva fatto prima di partire a casa di dolori diffusi.
In poco tempo, le condizioni di Augustus peggiorano molto, dimagrì moltissimo, dormiva spesso e non riusciva ne a parlare e tanto meno a camminare.
Capendo che ormai mancava poco una sera Augustus convoca Hazel ed Isaac nel “cuore letterale di Dio”. Li’ ha deciso di celebrare il suo pre-funerale. Infatti, Avrebbe sempre voluto assistere al suo funerale, ma non sapendo cosa sarebbe successo dopo la morte, voleva sapere per cosa lo avrebbero ricordato il suo migliore amico e la sua ragazza.
“Augustus Waters è morto otto giorni dopo il suo prefunerale, al Memorial, in terapia intensive, quando il cancro, che era fatto di lui, ha ferato definitivamente il suo cuore, che era anch’esso fatto di lui.
del dolore di Hazel e delle rispettive famiglie, ma anche con nuovi sviluppi del difficile rapporto dei ragazzi con Van Houten. 
Al funerale Hazel incontra Van Houten, che gli racconta che lui e Augustus si erano scambiati della mail e che lui lo aveva convinto che il pessimo comportamento dell’uomo sarebbe stato perdonato se lui le avesse rivelato al funerale cosa accadeva ai personaggi. Lui era li per quello e la riposte era semplice “Omnis cellula e cellula” ovvero “tuttle le cellule vengono dale cellule”, putroppo tutto questo non basta, ad hazel non serve più alcuna spiegazione
Nei giorni successive Isaac rivela ad Hazel che nell’ultimo periodo Augustus stave scrivendo quacosa per lei.  Hazel non sapeva cosa, ma sapeva di doverlo leggere .
Hazel incontra nuovamente lo scrittore, che finalmente rivela le motivazioni del suo odio per il mondo del suo comportamento e della sua sofferenza, la morte di una figlia, a soli otto anni, per una leucemia molto simile a quella di Anna, la protagonist del suo romanzo.
Hazel comincia a cercare in ogni posto, ma non trova nulla.
La ricerca continua fino al ritrovamento di una Moleskine con dei fogli strappati. Ma in effetti il mistero è più semplice del previsto, se fossero stati degli scritti per lei glieli avrebbe consegnati, quindi c’è solo una persona a cui avrebbe potuto scrivere, Van Houten
Con l’aiuto della segretaria dell’uomo, Hazel, riesce a trovare degli appunti. Gli appunti erano stati mandate allo scrittore in modo che lui potesse farne un’elogio funebre da leggere al funerale di Hazel dato che il ragazzo non avrebbe potuto esserci.
Il libro si conclude cosi, "di punto in bianco senza darci alcun indizio del "futuro" dei protagonisti

Recensione
Semplice nella stesura del testo, Green ha un’ottima capacità stilistica una critica arguta e le descrizioni ampiamente espresso, sono precise e funzionali e mai casuali. Ho reputato perfetto lo stile, spesso ironico e a volte addirittura amaro, mai troppo serio ma allo stesso tempo profondo e mai banale.
L'approccio al libro è un po' complicato, perché il tema trattato è piuttosto difficile, ma Green riesce a trattarlo in modo arguto, descrivendo la malattia con tono leggero a tratti umoristico, molteplici sono le battute dei ragazzi, senza mai scadere nel banale o senza mai essere indelicate, verso la malattia e I malati.
Le migliori battute sono quelle dette dai personaggi stessi, che "ridono" della loro malattia, cognoscenti della loro patologia ma consapevoli della possibilità di non avere un future ma che non si piango mai addosso.

Hazel è la protagonista che non ti aspetti, fin da piccola ha dovuto lottare contro un male che vuole crescere e nutrirsi della tua stessa vita. Hazel, nonostante tutto, è una bambina spigliata a tratti irriverente che ti fa sorridere, anche se la sua vita è costellata da drammi e sofferenze. 
Un elemento importante, che permette innamorarsi ancora di più la protagonista, è che la storia è narrata in prima persona, Hazel stessa racconta la sua storia.
Green a tratti un po’ cinico ma ironico riesce a rendere molto leggere anche le scene più toccanti, senza scadere nel lacrimevole. 
Hazel, affronta la vita, con il sorriso non scoraggiandosi mai e cercando di riuscire a vivere al meglio nonostante le molte limitazioni che incontra tutti i giorni. Allo stesso tempo però sa che le possibilità di "sopravvivere" sono poche e a volte potrebbe sembrare rassegnata, ma in realtà a me sembra combatta ogni giorno. 
Hazel, nonostante tutto, scherza sugli effetti collaterali che le provoca il decorso della sua malattia, vorrebbe essere una ragazza normale avere una vita “normale” insomma, una vita in cui quando esce di casa tutti non si girano a guardarla, per giudicarla, per impietosirsi o semplicemente per curiosità, ma soprattutto vorrebbe avere una speranza per il futuro.
Hazel Grace si sente in colpa per il dolore che provoca sia nei confronti dei suoi genitori ma anche in quelli di Gus che a poco a poco si ritrova innamorata della ragazza, mentre lei non vorrebbe assolutamente che questo avvenga. Perché come dice Hazel parlando di se stessa “Una bomba che quando è esplosa ha lasciato tutti quelli che la circondavano con una scheggia conficcata da qualche parte”. Allora ecco che subentra il terrore della morte, ma non una paura egoisticamente che si prova verso se stessi, la paura di Hazel è altruistica ha timore andandosene di ferire coloro che più ama e vuole risparmiare a Gus la tragica sofferenza della sua inevitabile morte. 
Come dice la stessa Hazel, non c'è nessuna dignità o coraggio nel morire "fa schifo e basta". E allora forse non importa per quanto tempo o si vive o per cosa si muore, quello che conta è quello che ce'è nel mezzo, la qualità del tempo, non la quantità perché spesso di tempo non ne abbiamo abbastanza.

L'altro protagonista è Augustus, anche lui sottoposto alla sofferenza di un cancro alle ossa che gli ha portato via la gamba.
Il giovane ha una personalità effervescente, carismatica, intelligente e riflessiva. Tra i due protagonisti è quello con personalità più dettagliata.
Basti pensare alla frase che io trovo eccezionale e forse una delle più caratteristiche del personaggio stesso, riferita alla sigarette che mette in bocca senza mai accenderle, “Non ti uccidono, se non le accendi… E non ne ho mai accesa una. E’ una metafora sai: ti metti la cosa che uccide far I denti, ma non le dai il potere di farlo.”
Con la sua costante ironia, diventa un portavoce della vita, del combattere contro la malattia nonostante abbia chiara l'ineluttabilità della sua patologia ed è consapevole che la cura a cui è sottoposto non è altro che un espediente per allungarle la vita ma nulla più. «contro che cosa sono in guerra? Col mio cancro. E che cos’è il mio cancro? Il mio cancro sono io. I miei tumori sono fatti di me. Sono fatti di me tanto quanto il mio cervello e il mio cuore. E’ una guerra civile Hazel Grace, con un vincitore predeterminato.»
Nonostante la reticenza di Hazel, Gus non cede, Gus ha diciassette anni e mezzo ma è già un uomo forte, la malattia l'ha indurito e l'Amore l'ha maturato. La malattia causa un salto delle tappe dell'adolescenza fino a quella adulta, perché non c'è abbastanza tempo per viverle al tempo giusto. 
Gus convinto dei suoi sentimenti, parla chiaramente "Cercare di evitarmi non diminuirà il mio affetto verso di te", perché Augustus sa quello che vuole e quello che vuole è lei e niente e nessuno potrà mettersi in mezzo, non la testardaggine di Hazel, né la morte. 

Hazel e Gus sono due ragazzi molto diversi tra loro, direi quasi agli antipodi per alcuni atteggiamenti e nel modo diverso di vedere la vita, il dolore e la morte: lei pessimista (o realista?) in modo disarmante con la paura di esplodere come una granata lasciando tristezza nel suo piccolo mondo, con la consapevolezza che chi prima chei dopo la fine arriverà per tutti ed è inutile pensare al’oblio; lui con una voglia di vivere quasi esplosiva e con l’ossessione di lasciare un segno nel mondo, con il terrore he sopraggiunga l’oblio prima di avere fatto qulcosa di grande.
Entrambi alla ricerca di risposte, prima che le loro vite si spengano. Entrambi uniti nella lotta contro “gli effetti collaterali del morire”. Entrambi caratterizzati da una consapevolezza da togliere il fiato.
Sono due le frasi che meglio rappresentano la diversità dei personaggi e della loro visione del dolore e del dolore che la malattia causa a chi gli sta accanto.
Hazel infatti si definisce come una granata: “Sona una granata mamma. Sono una granata e a un certo punto esploderò e vorrei minimizzare le vittime okay? – Sono una granata e voglio starmene lontana dalla gente a leggere libri e riflettere e stare con voi, perchè non c’è niente che possa fare per non ferire voi, siete troppo coinvolti…”
Augustus invece ha un punto di vista decisamente opposto rispetto a quello della ragazza e secondo me lo si riscontra fortemente in questa sue frase “Sono innamorato di te, e so che l'amore è solo un grido nel vuoto, e che l'oblio è inevitabile, e che siamo tutti condannati,e che verrà un giorno in cui tutto il nostro lavoro sarà restituito alla polvere , e so che il sole inghiottirà solo la terra che non avremo mai, e io sono innamorato di te" oppure "Tu lo sai che cercare di tenermi a distanza non diminuirà il mio affetto per te… Tutti i suoi sforzi per salvarmi da te falliranno" ha detto.

Per fare questa “recensione” mi sono documentate e ho sentito dire o letto che è irreale la perfezione di Augustus, ovvero è un personaggio perfetto, che non sbaglia mai, che non ha mai un tentennamento un dubbio, che ha sempre la riposte pronta e che per questo risulta irreale. Se da un lato potrebbe essere vero, si potrebbe anche ribattere all’affermazione dicendo che tutti I personaggi sono visti dal punto di osservazione “dell’io narrante” ovvero di Hazel e forse da questo viene spontaneo recepire Augustus in questa sue aurea di perfezione, perchè semplicemente per lei lo è.

I temi trattati sono sicuramente la morte e la malattia, che però vengono trattati in modo così sottile e delicato che sembrano quasi passare in sordina pur essendo il centro di tutto. Ma come per altri temi, questi si aprono ad altri temi. La malattia causa cambiamenti, nel modo di vedere il mondo, cambiano i rapporti con gli altri, il modo in cui gli altri ti vedono. Basti pensare al rapporto di Isaac con la cecità e al cambiamento che questo causa nella sua vita. Cambia la famiglia, stessa, e il rapporto dei singoli componenti, perché ognuno reagisce a modo suo davanti al dolore e alla sofferenza.
Tuttavia, e secondo me qui sta la bravura di Green, la malattia non è fine a se stessa, come può essere molti altri libri, è un punto di partenza per parlare di molti altri temi e argomenti altrettanto importanti.

L’oblio, la paura che abbiamo un pò tutti di sparire nel nulla senza aver dato niente agli altri senza aver fatto qualcosa di buono, senza avere lasciato niente al mondo e forse la paura che quando non ci saremo più nessuno si ricorderà più di noi. Questa è forse la tematica su cui I due protagonist si scontrano di più, sia al’inizio che alla fine del libro. Augustus ha paura dell’oblio “Certo, ho paura dell’oblio terreno. Non voglio sembrare i miei, ma credo che gli esseri umani abbiano un’anima, e credo che l’anima non andrà perduta. La paura dell’o “blio è un’altra cosa, è paura di non riuscire a dare niente in cambio della vita. Se non vivi una vita al servizio di un bene più grande, devi almeno morire una morte al servizio di un bene più grande, non credi? E io ho paura che non mi toccherà né una vita né una morte che significhi qualcosa.»”
Hazel, invece, non se ne preoccupa affatto “Verrà un tempo in cui tutti noi saremo morti. Tutti. Verrà un tempo in cui non ci saranno esseri umani rimasti a ricordare che qualcuno sia mai esistito o che la nostra specie abbia mai fatto qualcosa. Non ci sarà rimasto nessuno a ricordare Aristotele o Cleopatra, figuriamoci te. Tutto quello che abbiamo fatto, costruito, scritto, pensato o scoperto sarà dimenticato, e tutto questo non sarà servito a niente. Forse quel momento sta per arrivare o forse è lontano milioni di anni, ma anche se noi sopravvivessimo al collasso del nostro sistema solare non sopravviveremmo per sempre. È esistito un tempo prima che gli organismi prendessero coscienza, e ce ne sarà uno dopo. E se l’inevitabilità dell’oblio umano ti preoccupa, ti incoraggio a ignorarla. Sa il cielo se non è quello che fanno tutti.»”

Naturalmente, connesso alla malattia e alla morte, il tema dell'importanza della vita, del tempo e dei pochi gesti che fanno grande una vita. Oltre che l'importanza degli affetti, di quelle persone che ti stanno sempre accanto, nonostante tutto. Inoltre, molto spesso diamo per scontate molte cose senza accorgerci che la vita è già di per se un dono prezioso. 

Uno dei temi trattati è sicuramente l'amicizia che si crea tra chi è accumulato da un'estrema sofferenza, in questo caso una malattia. In primo luogo perché, credo, che solo chi abbia provato la sensazione di "ineluttabilità", di dover combattere ogni giorno contro il nostro stesso corpo, perché è questo un tumore, può capire davvero cosa si prova, come cambia la tua vita e la tua stessa visione della vita. 
Per questo motivo risulta importante il gruppo di sostegno, perché li si possono stringere amicizie con quelle persone che hanno affrontato una situazione simile o la stanno ancora affrontando. Si possono condividere, dubbi e paure e raccontare la verità così com’è senza paura di scioccare quelle chi no vive quotidiamenamente il dolore e la sofferenza.
Allo stesso tempo si parla anche dell'amicizia con chi è "sano", si possono avere amici che non solo malati ma è come se la comunicazione non potesse mai essere completa, perché non conoscono quella sensazione di "eterna lotta contro un nemico invisibile che tenta di annientarti da dentro", perché chi è sano non precepisce che quello che conta è ogni singolo respiro che si riesce a fare, perché per queste persone esiste un future o almeno la consapevolezza che un domain ci sara, ma non per chi è malato.
E' come se la malattia rilegasse i malati in un "loro mondo" escludendo i sani che non possono capire e allo stesso momento, sono I malati ad essere a loro volta esclusi da quel mondo che un futuro ce l'ha e che spesso non può capire la sofferenza ma anche la gioia di un singolo respiro.

Un altro aspetto fondamentale è il rapporto con i genitori, in particolare lo si può vedere nel rapporto di Hazel con la madre e il padre. 
“C'è solo una cosa al mondo più merdosa di dover combattere contro il cancro quando hai sedici anni, ed è avere un figlio che combatte contro il cancro”
"Stringi i denti. Guardi in alto. Ti dici che se ti vedono piangere resteranno feriti e tu non sarai altro che una Tristezza nelle loro vite, e non devi essere solo una tristezza, quindi non piangi, e ti ripeti tutte queste cose mentre guardi in alto, verso il soffitto, e poi mandi giù anche se la gola non vuole,saperne di deglutire e guardi la persona che ti ama e sorridi."

Il padre piange tanto e spesso, ma allo stesso tempo, anche se silenzioso, percepisce le necessità della figlia e I suoi desideri, come nel caso del viaggio ad Amsterdam o nel suo discorso alla figlia dopo la morte di Augustus.
“ Mi dispiace che Gus sia morto. Che marda, tutta questa storia, dico. C’è l’ottanta per cento di probabilità di farcela e lui è nel venti per cento? Che stronzata. Era un ragazzo cosi brillante. E’ proprio una stronzata. Non lo sopporto. Ma dev’essere stato un privilegio amarlo vero? Grossomodo ora sai che cosa provo per te.”

E poi c'è il rapporto con la madre, che ha lasciato tutto per Hazel, ha lasciato il lavoro e non fa altro che stare dietro alla figlia, tenendogli nascosto che sta studiando per un Master , per più di un anno, per paura che si senta abbandonata o che pensi che sta immaginando un dopo, una vita senza di lei. Allo stesso tempo, Hazel è terrorizzata dal fatto di morire e lasciare i suoi genitori da soli senza più uno scopo. “Non voglio che tu diventi un trsiste alcolista disoccupato – Tuo padre non è petr van Houten, Hazel. Tu sai meglio di chunque altro che si può convivere con il dolore.”
"Non cenerò e non posso mantenermi in salute, dal momento che non sono in salute. Sto morendo, mamma. Morirò e ti lascerò qui da sola e tu non avrai una me intorno a lui aleggiare e non sarai più una mamma e mi dispiace, ma non posso farci niente okay? - Che fino a quando una di noi due sarà viva, io sarò tua madre"... "Voglio che voi due abbiate una vita. Mi preoccupo perché penso che non avrete una vita, che ve ne starete qui tutto il giorno con nessuna me a cui badare e che fisserete le pareti e vi vorrete suicidare - Sto facendo un corso online all'università... Non voglio che tu pensi che sto immaginando senza di te..."

Epoi ce la figura del “genitore”. I genitori di Hazel che insistono perché la ragazza trovi degli amici in quel gruppo, forse perché possa trovare qualcuno che la capisca perché loro fino infondo non ci possono riuscire.
I genitori di Augustus che cercano di infondere fiducia el figlio in un modo tutto loro, grazie a quei messaggi positivi sparsi per casa.

Spesso ricorrono discorsi o pensieri sul libro "Un'imperiale afflizione". Da questo, possono essere molte le considerazioni e i temi affrontati.
Primo fra tutti abbiamo l'idealizzazione dei nostri scrittori o dei nostri miti. Crediamo, infatti, che con le loro parole, i sentimenti che ci fanno provare, possano darci tutte le risposte che cerchiamo. Allo stesso modo idealizziamo i personaggi dei loro romanzi come se potessero avere un potere curativo sulla nostra anima.
Hazel, ha bisogno di quelle risposte, perché ha bisogno di avere risposte sul suo futuro, sulla sua malattie e sulla sua vita.
Un po' lo facciamo tutti, noi lettori, cercare le risposte nei libri, ma ancora di più cerchiamo delle risposte a domande come “e poi”? che succederà ai due protagonista? si sposeranno alla fine? ecc ecc e quindi cerchiamo un proseguo ad un libro che un proseguo forse non ce l'ha, semplicemente perché il libro finisce li e forse l'autore non ci ha mai neanche pensato.
In Hazel e poi Augustus si crea questo desiderio di risposte cresce, tanto da voler affrontare un lungo viaggio, pur di coprire capire e avere delle risposte. 
Purtroppo, idealizzare i "miti" spesso lascia delusi, questo sarà il sentimento provato anche del lettore dopo l'incontro con il "famoso scrittore". Incredulità e sgomento, perché un po' tutti abbiamo finito per idealizzare quell'uomo che sapeva con tali sublimi parole raccontare una verità a volte scomoda. Ci siamo affezionati alle domande sul future tanto da domandarci anche noi che dine aveva fatto il piccolo cricetino.
Purtroppo, spesso ci dimentichiamo che I protagonist dei libri sono solo questo, ma sopratutto che chi scrive un libro è un uomo fatto di carne e di ossa con espsrienze dolorosa che magari lo hanno segnato e reso una persona dura e crudele come avviene per Von Houten.

Fondamentali per tutto il libro sono le citazioni, il titolo stesso lo è. Molte citazioni o riferimenti provengono dal libro preferito di Hazel. Sono presenti nel libro anche molte citazioni colte, con riferimenti alla filosofia come Parmenide e Zenone o ad esempio all’astrologia.
Nel libro sono presenti anche frasi che riescono a dare un’immagine poetica ma sicuramente espressiva “I miei pensieri sono stelle che non riesco a far convergere in costellazioni”, e di come queste ne trovere tantissime

Un altro tocco di poesia secondo me è l’utizzo della parola più usata del mondo “Ok”, che per una persona “normale” è una parola qualsiasi che si dice anche svogliatamente al posto di un si, senza però bisogno di aggiungere altro. Quante volte abboamo detto Ok solo per chiedere una conversazione?
Ma qui assume un significato diverso, è una promessa, è il “per sempre” di due persone che si promettono qualcosa con la consapevolezza che non ci sarà un per sempre effettivo, perchè la malattia incombe su entrambi.

E poi c'e il Tema... quello che ha la T maiuscola, ovvero l'Amore con la A maiuscola.
Quell'amore non tra i fighi della scuola, non quell'amore taciuto per decenni che fin troppo abbiamo visto e letto.
Ma l'Amore, tra due ragazzi imperfetti, malati e forse considerati "reietti" rispetto alla bellezza normale. L'Amore, che non aspetta decenni, perché non si ha la certezza di avere mesi a disposizione. L'amore che c'è e c'è adesso perché la vita è troppo labile per aspettare, per perdere tempo con i ma e con i forse.
L'Amore che esiste nonostante la malattia, nonostante le difficoltà, la sofferenza e nonostante la morte preannunciata. L'Amore eterno contrapposto all'amore o qualsiasi definizione possiate dargli, di chi davanti alla malattia e alla sofferenza non è disposto a rimanere e se ne va, come accade a Isaac, abbandonato quando forse avrebbe avuto più bisogno di qualcuno accanto.

L'unica cosa che posso dire mi ha lasciato perplessa è l'utilizzo di un linguaggio e a volte di discorsi fin troppo adulto per dei sedicenni. Ma forse l'alternanza di vocaboli più semplici e tipici di quell'età e vocaboli più ricercati è una scelta stilistica a rappresentare la crescita obbligata di chi si trova difronte ad una malattia ed è obbligato a crescere prima del tempo.

Devo ammettere che mi sono avvicinata a questo libro e a questo autore dopo aver visto il trailer del film. Per un po' di tempo, non sono stata tentata a leggerlo, mi ero fatta un'idea assolutamente errata e un po' sciocca. Spesso accade che quando la trama parla di dolore o di malattia, si cade nello steotipo che sarà un "polpettone" di sole lacrime, scritto quasi a sfruttare la malattia per fare successo e vendere. Non è così, non per questo libro almeno. 
Non è cupo, nonostante l'argomento trattato, ma descrive la malattie e le persone malate con umorismo, esattamente come si comportano gli stessi protagonisti verso la loro stessa malattia, attraverso battute e un umorismo che lascia un sorriso dolce-amaro. 

E' difficile descrivere le emozioni che ho provato leggendo questo libro, e ancora di più quelle che si provano quando finita l'ultima riga riemergi da quel mondo. 
Si provano, immedesimandosi con i protagonisti, una serie di emozioni dalla felicità, allo sconforto, alla sofferenza, alla rabbia, al dolore per la morte di un amico che ci ha lasciato troppo presto, alla dolcezza di un amore che supera le difficoltà.

Secondo me, un aspetto geniale del libro è il concludersi così di punto in bianco, esattamente come fa l'autore in "Un'imperiale afflizione", così da scaturire nelle lettore le stesse domande che sono sorte in Hazel e Augustus dopo aver letto il libro citato.
Io l'ho interpretato come fa Hazel per il libro, con l’impossibilità della voce narrante di andare Avanti a raccontarci della sua vita. Magari mi sbagliero ma alla conclusione del libro ho avuto questa sensazione. Magari è invece semplicemente un’adatta conclusione, Gus che anche se non ce più pensa all’amata Hazel e al fatto che lui non ci sarà per il suo eleogio.

Lo consiglieresti? Certo. 
Credo sia la risposta più adeguata.
Certo perché è un libro che fa sorridere e allo stesso tempo fa piangere e disperare. A me ha lasciato sgomenta e atterrita la scoperta della "nuova" malattia di Augustus, e si da li in poi ho pianto senza smettere fino alla fine.
Certo, è un libro che vi conquisterà dalle prime pagine se gli darete una possibilità e non vi fermerete ai beceri pregiudizi che si possono avere di fronte ad un libro che parla di malattia e morte. 
Certo, perché i protagonisti si fanno amare dall'inizio, per le loro capacità di  affrontare le difficoltà con il loro speciale e particolare umorismo. Nonostante, la tristezza e l'empatia che si prova per loro, non si prova pietà per questi protagonisti che anzi ti danno un senso di speranza e di fiducia.
Certo, perché è un libro straziante, che ti rimane nel cuore, e in alcuni passaggi ne fa poltiglia sdel tuo cuore traziandolo, ma che ti da un motivo per andare avanti, perché c’è speranza anche dove non sembra esserci. Perché può esserci amore e amicizia dove c’è malattia e sofferenza.
Certo, perché non racconta una favola, ma la verità così comè, la verità di una malattia che purtroppo può portare via le persone a noi care troppo presto rispetto a quanto sarebbe giusto.
Certo, perché più di tutto ti fa ragionare e pensare, costringendoti a porti domande sula vita, sulle relazioni, sul poco tempo che abbiamo, sulla malattia, ma soprattutto sull'amare e farsi amare dagli altri.

Citazioni
Oltre a quelle gia citate abbiamo alter frasi che voglio menzionarvi e he trovo stupende o molto rappresentative.

"Ho paura dell'oblio" ha detto lui senza nemmeno un attimo di esitazione. "Ne ho paura come il proverbiale cieco aveva paura del buio."

“Questo è il problema del dolore, esige di essere vissuto.”

"Mentre leggeva, mi sono innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in una volta." (Hazel)

Amico, i cuscini non si rompono. Prova con qualcosa che si rompe.

"Sono su una montagna russa che va solo in salita" ha detto.
"Ed è mio privilegio e mia responsabilità salire fino in cima con te" ho detto io.
"Credi che sia totalmente assurdo cercare di darsi un po' da fare?"
"Non cerchiamo" ho detto. "Facciamo e basta."

“Il mio libro preferito era Un’imperiale afflizione, ma non mi andava di raccontarlo in giro. A volte leggi un libro e ti riempie di uno strano zelo evangelico che ti convince che il mondo frantumato che ti circonda non potrà mai ricomporsi a meno che, o fino a quando, tutti gli esseri umani non avranno letto quel libro. E poi ci sono libri come Un’imperiale afflizione, di cui non puoi parlare con l’altra gente, libri così speciali e rari e tuoi, che sbandierare il tuo amore per loro sembrerebbe un tradimento. Non era nemmeno che il libro fosse così bello. Era solo che l’autore, Peter Van Houten, sembrava capirmi in strani, impossibili modi. Un’imperiale afflizione era il mio libro, nel modo in cui il mio corpo era il mio corpo, e i miei pensieri i miei pensieri.

E per ultimo ecco l’elogio Funebre di Hazel per Gus:
Mi chiamo Hazel. Augustus Waters è stato il grande amore avversato dalle stelle della mia vita. La nostra è una storia d'amore epica, e io non riuscirò ad aggiungere nemmeno una frase senza scomparire in una pozza di lagrime. Gus sapeva, Gus sa. Non vi racconterò la nostra storia d'amore perchè come tutte le vere storie d'amore morira con noi, come deve. Quindi vi parlerò di matematica.
Non sono un matematico, ma una cosa la so: ci sono infiniti numeri tra 0 e 1. C'è 0,1 e 0,12 e 0,112 e una lista infinita di altri numeri. Naturalmente c'è una lista infinita di numeri ancora più grande tra 0 e 2, o tra 0 e un milione. Alcuni infiniti sono più grandi di altri infiniti. Ce l'ha insegnato uno scrittore che un tempo abbiamo amato. Ci sono giorni, e sono molti, in cui mi pesano le dimensioni della mia serie infinita. Vorrei più numeri di quanti è probabile ne vivrò, e Dio, voglio più numeri per Augustus Waters di quelli che gli sono stati concessi. Ma Gus, amore mio, non riesco a dirti quanto ti sono grata per il nostro piccolo infinito. Non lo cambierei con niente al mondo. Mi hai regalato un per sempre dentro un numero finito, e di questo ti sono grata.”

Curiosità
- Genersi del titolo
Sul suo blog di Tumblr e sul suo canale YouTube, Green ha dichiarato che il titolo è ispirato alla frase del Giulio Cesare di Shakespeare (Atto 1, scena 2), rivolta da Cassio a Bruto, «La colpa, caro Bruto, non è nelle stelle, ma in noi stessi, che ne siamo subalterni».

- Adattamento cinematografico
Nel febbraio 2012 20th Century Fox ha comprato i diritti di produzione del libro, e nello stesso mese Josh Boone è stato annunciato come regista del film. Hazel Grace Lancaster è interpretata da Shailene Woodley e Augustus Waters da Ansel Elgort. La produzione del film è cominciata il 20 agosto 2013 a Pittsburgh, mentre dall'11 ottobre al 17 ottobre dello stesso anno si sono svolte le riprese ad Amsterdam. Il film è uscito nelle sale americane il 6 giugno 2014, e il 4 settembre successivo in quelle italiane.






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